Curiosità storiche
L'Ordine di San Benedetto denominati Benedettini, è un ordine monastico osservante la Regola dettata nel 534 da San Benedetto da Norcia e che conferì al monachesimo occidentale la sua forma definitiva.
I monaci Benedettini non rimasero, però, chiusi nei loro monasteri, ma si dedicarono attivamente alla diffusione del messaggio cristiano e si diffusero prima in Italia e poi al di là delle Alpi.
Molto conosciuto è il ruolo che svolsero in campo culturale: la regola benedettina impone molte ore di studio e di meditazione che occuparono anche con il paziente lavoro di ricopiatura di testi antichi, non solo religiosi ma anche scientifici e letterari.
I Benedettini prosperarono per tutto il medioevo come
testimoniano i circa
15.000 monasteri appartenenti all'ordine censiti prima
del Concilio di Costanza tenutosi nel 1415, costruiti in luoghi isolati e
lontani dalle città, alcuni dei quali erano così grandi che
ospitavano oltre 900 monaci.
La Regola (Regula Monachorum o Sancta Regula)
- Definisce i quattro tipi principali di monachesimo: Cenobiti, cioè coloro che vivono in un monastero sotto la guida di un Abate; Anacoreti, o eremiti, che vivono in solitudine dopo essersi messi alla prova in un monastero; Sarabiti, che vivono in gruppi di due o tre, senza regole prestabilite o un superiore; Girovaghi, monaci viandanti che vivono andando da un monastero all'altro portando discredito alla professione monastica. La regola si rivolge solo ai primi.
- Descrive le qualità che devono caratterizzare l'Abate, raccomandandogli di non dimostrare preferenze verso i suoi monaci, fatti salvi meriti particolari, avvertendolo allo stesso momento che è responsabile della salvezza delle anime che gli si sono affidate.
- Decreta l'obbligo da parte dell'Abate di convocare i confratelli per consultarli sugli affari importanti per la comunità.
- Elenca i doveri di un Cristiano in settantadue precetti che chiama "strumenti per il buon lavoro". Per la gran parte fanno riferimento (o nello spirito o nella lettera) alle Sacre Scritture.
- Prescrive una obbedienza pronta, gioiosa e assoluta al superiore e definisce l'obbedienza come il primo grado dell'umiltà.
- Tratta del silenzio, raccomandando moderazione nell'uso della parola, ma non proibisce la conversazione quando è utile o necessaria.
- Tratta dell'umiltà, individuandone dodici gradi che, come gradini di una scala, portano al paradiso: avere timore di Dio; reprimere la propria volontà; sottomettersi alla volontà dei superiori; obbedire anche nelle cose più dure e difficili; confessare i propri errori; riconoscere la propria pochezza; preferire gli altri a se stessi; evitare la solitudine; parlare solo nei momenti prestabiliti; soffocare il riso scomposto; reprimere l'orgoglio; dimostrarsi umili verso gli altri.
- Si occupano di regolare l'Ufficio Divino scandite dalle Ore Canoniche, sette del giorno e una di notte. Le orazioni sono stabilite in dettaglio specificando cosa recitare in inverno o in estate, di domenica, nei giorni festivi,...
- Sottolinea la reverenza che si deve tenere in presenza di Dio.
- Stabilisce che le preghiere in comune siano brevi.
- Iimpone la nomina di un decano ogni dieci monaci e prescrive anche come devono essere scelti.
- Regola tutto quanto concerne il dormitorio. Stabilisce, ad esempio, che ciascun monaco abbia un proprio letto, che dorma nel proprio abito così da essere pronto ad alzarsi senza ritardo e che una luce debba essere tenuta accesa nel dormitorio per tutta la notte.
- Trattano delle violazioni alla Regola e stabilisce una scala graduale di pene: ammonizione privata; reprimenda pubblica; separazione dai confratelli durante i pasti ed in ogni altra occasione; flagellazione; espulsione da adottare solo come ultima risorsa, quando ogni altro mezzo per richiamare il monaco è risultato vano. In ogni caso l'espulso deve essere nuovamente accettato su sua richiesta. Se però è espulso per tre volte, allora ogni sua richiesta può essere ignorata.
- Stabiliscono le qualità del monaco Cellario e di altri responsabili per curare i beni del monastero, da trattare con la stessa cura dei vasi sacri dell'altare.
- Proibisce ai monaci il possesso privato di qualsiasi bene senza il permesso dell'Abate. Quest'ultimo, inoltre, deve impegnarsi a fornire il necessario.
- Prescrive la giusta distribuzione di quanto necessario alla vita del monaco.
- Stabilisce che i monaci servano a turno nella cucina.
- Ordina che la comunità monastica si deve prendere cura dei più deboli (malati, vecchi e giovani) che possono godere di dispense speciali dalla Regola, soprattutto per quanto concerne il cibo.
- Prescrive l'ascolto delle Sacre Scritture durante i pasti. Della lettura ad alta voce è incaricato un monaco a rotazione con turni settimanali. Per non disturbare la lettura, durante i pasti vige la regola del silenzio per cui ci si può esprimere solo a gesti. Il lettore, dal canto suo, mangia insieme agli inservienti dopo che gli altri hanno finito, ma può mangiare un po' anche prima, se questo può aiutarlo a sopportare la fatica.
- Regolano la quantità e qualità del cibo: due pasti al giorno durante i quali si consumano due piatti di cibo cotto ciascuno. Una libbra (circa 450g) di pane ed una hemina (un'antica unità di misura romana pari a circa un quarto di litro) di vino per ciascun monaco. La carne è proibita a tutti eccetto che ai malati e a chi era debilitato fisicamente. Tra le facoltà dell'Abate, inoltre, c'è anche la possibilità di aumentare le porzioni quotidiane, se lo reputa necessario.
- Prescrive l'orario per i pasti, che variano in funzione delle stagioni.
- Ordina per la sera, prima della Compieta, la meditazione comune di Conferenze, Vite dei Padri o di qualche altra opera di edificazione morale, dopodicché deve essere rispettato il più stetto silenzio fino la mattino.
- Trattano degli errori veniali (ad esempio arrivare in ritardo alle preghiere o ai pasti) e stabilisce le relative penitenze per i trasgressori.
- Affida all'Abate il dovere di chiamare i fratelli al "Mondo di Dio" e di scegliere chi deve cantare o leggere.
- Sottolinea l'importanza del lavoro manuale e stabilisce quanto tempo dedicargli quotidianamente. Questo varia in funzione delle stagioni ma non deve essere inferiore alle cinque ore. Compito dell'Abate è di verificare non solo che tutti lavorino, ma anche di assicurarsi che il compito assegnato a ciascuno sia commisurato alle sue capacità.
- Stabilisce gli adempimenti per la Quaresima e raccomanda qualche rinuncia volontaria in quel periodo, con il permesso dell'Abate.
- Contengono regole per i monaci che lavorano nei campi o sono in viaggio. A loro viene chiesto, nei limiti del possibile, di unirsi in spirito con i confratelli del monastero nelle ore stabilite per la preghiera.
- Parla degli ospiti che devono essere ricevuti "come lo stesso Cristo" originando quella tradizione di ospitalità che ha caratterizzato i Benedettini di ogni epoca. In particolare, gli ospiti devono essere trattati dell'Abate o dai suoi incaricati con cortesia e durante la loro permanenza devono essere posti sotto la protezione del monaco, ma non hanno il diritto ad unirsi con il resto della comunità monastica senza un permesso speciale.
- Vieta ai monaci di ricevere lettere o regali senza il permesso dell'Abate.
- Regola l'abigliamento dei monaci che deve essere sufficiente sia in quantità e qualità, semplice ed economico ed adatto al clima ed alla località secondo quanto stabilito dall'Abate. Ogni monaco, inoltre, deve avere abiti di ricambio per permettere che siano lavati. In occasione di un viaggio al monaco devono essere messi a disposizione abiti di migliore qualità. Gli abiti vecchi, infine, devono essere messi da parte per i poveri.
- Stabilisce che l'Abate mangi con gli ospiti.
- Ordina l'umiltà degli artigiani del monastero ed impone che quando i loro prodotti sono venduti, lo devono essere a prezzi inferiori a quelli di mercato.
- Stabilisce le regole per l'ammissione dei postulanti la cui volontà deve essere posta a dura prova. Questa materia era stata precedentemente regolata dalla Chiesa ai cui insegnamenti si adegua anche San Benedetto: innanzitutto il postulante deve trascorrere un breve periodo come ospite; quindi è ammesso nel noviziato dove, sotto la guida di un maesto, la sua vocazione è messa alla prova con severità ed è libero di rinunciare in ogni momento; se dopo dodici mesi persevera ancora nelle sue intenzioni, allora può essere ammesso a pronunciare i voti che lo legano per sempre al monastero.
- Stabilisce le condizioni per l'ammissione dei ragazzi nel monastero.
- Regola la posizione dei sacerdoti che desiderano unirsi ad una comunità monastica. Li esorta, inoltre, ad essere un esempio di umiltà per tutti e stabilisce che esercitino il loro ministero solo con il permesso dell'Abate.
- Consente l'accoglienza di monaci esterni come ospiti e il loro incorporamento nella comunità su richiesta.
- Stabilisce che i privilegi nella comunità siano determinati per la data di ammissione, meriti personali o compiti assegnati dall'Abate.
- Stabilisce che l'Abate sia eletto dai suoi monaci che lo devono scegliere per la sua carità, zelo e discrezione.
- Permette, se necessario, la nomina di un Priore (il vice dell'Abate) ma avverte che sia completamente sottomesso all'Abate che può ammonirlo, deporlo dall'incarico o espellerlo in caso di cattiva condotta.
- Prevede la nomina di un portinaio, un monaco anziano ed assennato, e raccomanda che ciascun monastero debba essere, nei limiti del possibile, autonomo così da limitare le relazioni con il mondo esterno.
- Istruisce i monaci in viaggio.
- Ordina che tutti eseguano gioiosamente quanto viene loro comandato, per quanto difficile possa essere il compito affidato
- Vieta ai monaci di prendere le difese di un altro monaco.
- Proibisce che lottino tra loro.
- Incoraggia i monaci ad essere obbedienti non solo verso l'Abate ed i superiori ma anche reciprocamente.
- E' una breve esortazione allo zelo ed alla carità fraterna
- E' l'epilogo dove si dichiara che la Regola non è proposta come un ideale di perfezione, ma solo come uno strumento per avvicinarsi a Dio ed è intesa principalmente come una guida per chi comincia il suo cammino spirituale. ''